C’è da sempre una strettissima relazione tra la terra dove viene coltivata la vite ed il vino che ne deriva; il nostro compito è quello di rispettarla e valorizzarla per arrivare a produrre vini che siano frutto di un equilibrio tra il ritmo della natura e il nostro lavoro.
I terreni di Acerle
Adagiate sulla fascia collinare che si estende da Santo Stefano di Valdobbiadene verso Campea di Miane, le nostre vigne godono di un'ottima esposizione, di pendenze e altitudini differenti. Guardandole si può comprendere il lavoro fatto in tanti anni, prima da mio nonno e poi da mio padre, con la convinzione che lì avrebbero ottenuto le uve migliori.
Cercare di rendere sempre più
sostenibile la convivenza dell'uomo con la vite
Non utilizziamo diserbanti chimici e pratichiamo una difesa integrata, attenendoci alle linee guida del Protocollo Vitivinicolo redatto annualmente dalla commissione tecnica del Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene DOCG.
Il clima condiziona sempre l’annata viticola. Pioggia, siccità, grandine, freddo e caldo, umido e secco, influenzano e modificano lo sviluppo degli acini, la loro maturazione e anche la data della vendemmia.
L’osservazione continua ci permette di intervenire in difesa solo quando è realmente necessario.
Le vigne
Tutte le vigne che lavoriamo hanno da tempo dei nomi assegnati.
Nel comune di Valdobbiadene, procedendo da ovest verso est, ne troviamo due nella frazione di San Pietro di Barbozza: il Pian del Cartizze, parte sommitale della storica collina vocata per eccellenza, caratterizzata da argilla mista a marne, arenarie e rocce di piccole dimensioni e a suo confine, adagiata sul versante ovest, Fianco Cartizze, con fondo prevalentemente argilloso. Proseguendo si arriva nella frazione di Santo Stefano dove troviamo Colture e Malaica due vigne con fondo misto di argilla e pietrisco. Sulla strada provinciale che dalla borgata del Follo porta a Guia, nel versante destro, troviamo Ronce e Anfisa con fondo prevalentemente argilloso.
Nel comune di Miane, nella frazione Campea, si trova invece la Tenuta Casale Faè, con i vigneti Casale, Anfiteatro ed Est anche qui con fondo prevalentemente argilloso. All’interno del podere sono presenti una casa colonica, due rustici, numerosi gelsi un tempo utilizzati per l’allevamento del baco da seta e a nord un’area boschiva utilizzata in autunno per la raccolta dei funghi e in inverno della legna.
Le caratteristiche date dalla composizione strutturale e minerale dei terreni, il microclima e l’esposizione delle diverse colline donano alle uve singolari peculiarità e sono l’impronta identificativa dei nostri vini.
La Raccolta
Dopo tutte le fatiche della gestione estiva presidiamo le nostre vigne e controlliamo ogni giorno la maturazione delle uve: osserviamo, liberiamo i grappoli dall’ombra delle foglie, assaggiamo gli acini ed è solo al momento giusto che arriva il mio piccolo esercito di familiari, sempre pronto. Prepariamo i mezzi (trattori) e le armi (forbici e secie) e anche noi siamo pronti per iniziare la festa della Vendemmia.
A metà settembre, quando si ripopolano tutte le vigne, c’è frenesia per le strade e in lontananza si possono sentire i ticchettii delle forbici, i racconti pacati dei vèci e le ciàcole dei boce. La raccolta dell’uva in collina si fa rigorosamente a mano ed è tanto faticosa quanto bella, ma è risaputo che “l’uomo del bello non è mai sazio”.
La Potatura
Doppio Capovolto è la potatura tipica alla Valdobbiadenese. La vite si presenta spettinata, in un groviglio enigmatico di tralci, pronta e bramosa per “la messa in piega”. Due tagli al passato e due tagli per il presente, nà torta al vecio per slanciarlo verso il basso e una plasmata ad arco al nóvo per educarlo a crescere correttamente e un’ultima attenzione al taglio del giovane ocio, lo sperone di due gemme sul quale riponiamo le speranze future di rinnovo.
“Per noi vignaioli la terra è una questione di famiglia:
sai che quello che oggi calpesti un giorno passerà ai tuoi figli.
Ed è per questo che che dobbiamo viverla e custodirla
con responsabilità, perchè noi passiamo ma lei resta“